Le coordinate della felicità – Gianluca Gotto

Nel 2018, per Mondadori, esce in Italia il primo libro di Gianluca Gotto, un romanzo autobiografico che parla di scelte di vita e di ricerca della felicità. È la storia di un ragazzo che, come egli stesso scrive, pur non essendo speciale si costruisce una vita speciale, un libro illuminante e motivazionale che forse non sarà in grado di darci le risposte che stavamo cercando ma aiuta a spingersi nella direzione ottimale, quella di porsi le giuste domande. Gianluca, torinese, classe 1990, dopo aver interrotto un percorso universitario non adatto alle sue corde, a vent’anni si trasferisce prima in Australia poi in Canada. Peripezie varie, rientri forzati in patria, imprevisti, usi e costumi da scoprire, partenze all’ultimo minuto per nuovi paesi, il tutto sempre in condivisione con l’amata compagna Claudia, perfetta metà della mela con i medesimi sogni obiettivi e desideri, entrambi alla continua e ostinata ricerca delle loro coordinate della felicità. Oggi Gianluca è un nomade digitale: la scrittura, sua antica passione, si è trasformata in un lavoro senza obblighi di timbro cartellino, scrive articoli e libri mentre viaggia per il mondo, soprattutto paesi asiatici. Negli ultimi capitoli di questo accattivante memoir, dopo l’esperienza di Malta, ci rende partecipi delle sue riflessioni riguardo l’intenzione di aprire un blog personale: oggi, “Mangia Vivi Viaggia” è uno spazio interattivo molto seguito, anzi forse uno tra i più visualizzati di sempre in lingua italiana, nel quale l’autore condivide insegnamenti Zen ed esperienze di vita formanti, spronando e aiutando i followers a trovare un loro modo per essere felici ogni singolo giorno.

‘Le coordinate della felicità‘ è un libro che non si riassume in poche righe di recensione, volendo evitare banali valutazioni. Le 370 pagine di percorso formativo sono da leggere per intero, fino all’ultimo rigo, e aggiungo, a qualsiasi età. Perché è vero sì, che l’opera potrebbe essere maggiormente rivolta al pubblico giovane che sta decidendo l’impostazione del proprio futuro, ma è altresì auspicabile che la felicità possa essere individuata e raggiunta, quindi non solo sognata e idealizzata, anche da individui più in avanti con gli anni perché è una caratteristica imprescindibile e un traguardo doveroso per ciascuna esistenza umana. Leggendo, ho trovato paragrafi ragguardevoli e riflessioni degne di citazione ma per non dilungarmi troppo riporto due soli episodi narrativi, tra quelli che mi hanno particolarmente colpito.

          – La disavventura vietnamita della coppia –

Gianluca e Claudia giungono oltre l’orario in cui erano attesi in un paesino al centro del Parco Nazionale di Phong Nha, nel cuore del Vietnam, di sera, in moto, sotto una pioggia battente che li costringe ad andare a non più di venti allora. La signora del Guest House con una insolita maleducazione li informa di aver già dato via la stanza prenotata. Costretti a camminare bagnati fradici per le vie del borgo incastrato tra vallate montagne e fiumi, alla ricerca spasmodica di un posto dove ripararsi e pernottare, provano a chiedere la disponibilità di una camera all’unico Hotel presente in zona, ma chiaramente il prezzo è fuori budget. Un ragazzetto li nota, legge nei loro occhi lo smarrimento allora consiglia di chiedere ospitalità a una famiglia del luogo, ma la coppia inizialmente non ne ha il coraggio. Recare disturbo, intromettersi nelle vite altrui non è una cosa che rientra nelle loro abitudini. Alla fine però, mossi da una reale disperazione, domandano ospitalità dietro compenso a una signora che passa per strada e lei molto entusiasta li conduce nella propria casa, dove si ritrovano a cenare con una decina di persone tra nonni bambini e ragazzi loro coetanei, con nessuno che parlava inglese ma alla fine riuscendo a comunicare con tutti.

“A volte devi solo lasciare da parte i pregiudizi e aprire il tuo cuore, troverai sempre qualcuno pronto ad accorgersi di te come un figlio, proprio quando ne hai più bisogno. Viaggiare insegna a non prendere per buono tutto ciò che dicono telegiornali e giornali, per cui la terra è un brutto posto e i pericoli sono ovunque.”

                 – No kids?

Nel girovagare per strada, si fermano a bere da tre donne ambulanti un bicchiere di succo di zucchero di canna, bevanda energetica molto popolare nel sud est asiatico. Una delle tre, la più anziana, domanda: ‘No Kids?’ – Loro rispondono che hanno solo 25 anni. ‘Solo?’ – ribatte incredula la più giovane, specificando di aver avuto il primo figlio a 16 anni.

“Le domande della signora mi spinsero a pormene altre. Mi chiesi perché noi occidentali siamo così ossessionati dall’analisi di ogni singolo aspetto e dettaglio prima di prendere una qualsiasi decisione. A furia di pensare e riflettere si finisce per trovare sempre qualcosa che può andare storto: i soldi non saranno mai abbastanza, le responsabilità saranno troppo grandi, ci potrebbero essere ostacoli insopportabili e rischi di ogni tipo e alla fine ci facciamo spaventare dalle prospettive negative al punto di rinunciare completamente a fare qualunque cosa per paura di fallire. Scegliamo un immobilismo che non ci porta da nessuna parte e questo non è solo un discorso legato al creare una famiglia ma al modo di vivere, così ciecamente razionale da trasformare la nostra logica in un credo senza alcuna logica. Perché quando prendiamo consapevolezza dei rischi e dei pericoli della vita (quella consapevolezza che miliardi di persone nel mondo non hanno) decidiamo di costruire zone di comfort dove rinchiudersi per sentirci al sicuro.” […] “si muore pensando con tristezza di non esserci mai dichiarati alla donna della nostra vita per paura di essere rifiutati, di non aver mai viaggiato per paura di non essere all’altezza, di non aver mai pubblicato quel romanzo per paura del giudizio altrui, è tutta una questione di paura: per alcuni è la spinta fondamentale verso il cambiamento, per altri è la parola fine scritta a caratteri cubitali sui propri sogni e sulla propria prospettiva di felicità”.

Il viaggio è uno dei modi più efficaci e probabilmente il migliore per osservare la nostra vita dall’esterno, per poter analizzare ed eventualmente mettere in dubbio certi aspetti che noi abbiamo sempre considerato certezze.

Buona lettura e buon viaggio!

Lida

Autore: Gianluca Gotto

Titolo: Le coordinate della felicità – Pag. 374

Editore: Mondadori

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